Considerato a lungo soltanto come sintomo o conseguenza inevitabile di una patologia, da qualche anno il dolore cronico è considerato malattia in sé, con un grande impatto sociale ed economico. Osservando la “storia” del dolore si evidenziano due approcci fondamentali ed interconnessi, attraverso il tempo e attraverso i luoghi: da un lato il modo variegato con il quale, si è concepita e spiegata la presenza del dolore nell’esperienza umana e all’altro l’impegno diffuso con cui il dolore è stato studiato, nel tentativo di trovare strategie per vincerlo. Il dolore cronico è divenuto “malattia” quando abbiamo compreso che può di persistere anche oltre la causa che lo ha prodotto, con una evidente perdita del nesso causa/effetto che caratterizza il dolore acuto; ciò significa dover curare il dolore e non più rimuore la causa Ancor di più è indispensabile curare la persona con dolore che limita e impedisce i comuni gesti della vita quotidiana, interferisce con il sonno, con la vita familiare , sociale e professionale. E soprattutto riguarda un grande numero di cittadini, non solo malati oncologici, ma anche le patologie croniche cosiddette “benigne” (osteoartrosi, artriti, artrodiscopatia vertebrali o low back pain, nevralgie ecc) in aumento parallelamente all’invecchiamento della popolazione. Purtroppo il dolore cronico che affligge un elevata percentuale della popolazione nei paesi più sviluppati, è spesso sottostimato e spesso non trattato in modo appropriato per alleviare la sofferenza che comporta.
Nell’esperienza medica il dolore rappresenta una tra le manifestazioni più frequenti e più frequentemente alla base della richiesta di aiuto da parte del paziente dal momento che impatta enormemente sulla qualità della vita. L’assenza di una valutazione sistematica del dolore e di un corretto approccio diagnostico terapeutico ha rappresentato la principale criticità alla base dell’emanazione della Legge 38/2010 e della normativa successiva con cui si è tentato di fornire una base culturale e organizzativa in grado di garantire un corretto approccio ad un sintomo trasversale, presente in numerosi ambiti della medicina, lamentato da un gran numero di pazienti, sottovalutato dagli operatori sanitari e con un enorme impatto economico e sociale per i Sistemi Sanitari.
Questo corso FAD sul dolore cronico offre agli operatori sanitari un piano formativo in grado di ripercorrere le indicazioni emanate dalla Conferenza Stato Regioni sui contenuti formativi che ogni singola figura professionale deve possedere su tale argomento ed è strutturato in tre aree di competenza, coerentemente con le indicazioni emanate dalla Bozza di Accordo Sato Regioni cioè l’area organizzativa con l’aggiornamento dei riferimenti normativi nazionali, l’area clinica con approfondimento sulle patologie più frequentemente causa di dolore e sui trattamenti a disposizione e l’area della comunicazione psico-sociale e psico-relazionale per un approccio umanizzato al paziente e ai suoi familiari.